Conoscere Internet come cliente

Internet è un mezzo di comunicazione ancora nuovo, costantemente in evoluzione e non fa parte del bagaglio di conoscenze dell’uomo comune. Per Internet il buon senso non basta, o meglio: deve essere affinato da qualche conoscenza tecnica, indispensabile per orientarsi e muoversi con cognizione di causa in questo ambiente dominato dall’uso esasperato dell’inglese e dal gergo tecnico.

Un sito web può essere un efficace mezzo di comunicazione, di informazione, di presentazione, di vendita. Ma, per sfruttarne al massimo le potenzialità, bisogna conoscerne pregi e difetti, cosa è e come funziona. Internet non è un giornale né la TV: sono diverse le modalità di produzione e di fruizione.

La navigazione in Rete, infatti, è un'azione generalmente solitaria, ed è basata su un rapporto uno-a-uno (navigatore/Internet). La fruizione, inoltre, è molto condizionata dalla tecnologia impiegata dall’utente. Infatti una pagina web è un file contenente delle istruzioni (codice). Queste poi vengono interpretate dal programma usato per navigare (browser) e visualizzate sul monitor di un computer. Lo stesso codice sarà interpretato da browser diversi e visualizzato su computer diversi, con monitor diversi. Le variabili in campo sono tantissime.

Gli Italiani e Internet

Usa la Rete il 38% degli italiani con scostamenti minimi da una parte all’altra del Paese a parte il Nord-Ovest (che segna un dato più basso: 31,3%). Più articolati ancora i risultati in merito alle attività svolte su internet. I dati nazionali vedono al primo posto "Informarsi prima degli acquisti" (79%); al secondo posto: "Svolgere pratiche amministrative" (44,8%); al terzo posto "Fare acquisti direttamente via Internet" (43,4%).
Da questa prospettiva si evince una specificità del Centro Italia dove gli intervistati dichiarano un utilizzo di Internet meno prevalente sul lato amministrativo ma più legato ai consumi famigliari (informazioni sugli acquisiti: 94,6%; acquisti svolti direttamente on line: 51,8%; ascolto della radio on line: 37,5%.)

Fonte: Censis , Sesto Rapporto sulla comunicazione – 2006